L'autore ha il diritto di decidere come la sua opera può essere utilizzata, distribuita o modificata.
Le nuove tecnologie hanno portato a due cambiamenti molto importanti nella creatività:
- Nuove forme: fotografia digitale, programmi di modellazione tridimensionale, digitalizzazione audio e video, pubblicazione di articoli e blog su Internet, programmi di design o fotoritocco; sono alcuni esempi di tecniche che hanno portato a nuove forme di creatività e per renderla molto più accessibile alle persone.
- Facilità di comunicazione: attraverso Internet l'autore può distribuire la sua opera, non solo nel suo Paese, ma in tutto il pianeta, senza bisogno dei servizi di altri professionisti o aziende. Può farlo da solo con costi praticamente irrisori.
Quindi ci sono molte più persone che realizzano lavori creativi, ci sono più forme di creatività, ed è molto più facile diffonderla e comunicarla.
Questi cambiamenti hanno aperto nuove dimensioni alla proprietà intellettuale: le licenze aperte e, tra queste ultime, quelle del tipo copyleft.
Fino a qualche decennio fa, per far si che il suo lavoro potesse essere utilizzato come aveva determinato, l’autore aveva a disposizione un modello di proprietà intellettuale: comunemente chiamato "tutti i diritti riservati" oppure "copyright totale":
- Per modificare, distribuire, diffondere o copiare quest'opera, era obbligatorio avere l'espressa autorizzazione del titolare dei diritti dell'opera.
- Il "copyright totale" era il modo per garantire all'autore il suo diritto di decidere cosa fare del suo lavoro.
Quando il formato digitale è apparso a dar man forte alle opere, tanto per la facilità di comunicazione tanto per quella diffusione dello stesso internet, alcuni autori hanno intravisto la possibilità di mettere in rete le proprie opere.
Il paradigma era cambiato: il desiderio di “intoccabilità” della propria opera era un retaggio del passato, al contrario, questi autori desideravano che chi lo avrebbe voluto, avrebbe potuto aggiungere più parti all’opera, migliorarla, modificarla, commercializzarla o realizzare opere derivate con le stesse possibilità di utilizzo dell'opera originale o con altre.
Il software libero è stato il pioniere di questa nuova dimensione della proprietà intellettuale "copyleft", in cui l'autore non solo non impedisce che vengano fatti determinati usi del suo lavoro, ma in realtà lo vuole, senza che sia necessario chiedere il tuo permesso ogni volta purché le opere derivate possano continuare ad essere utilizzate allo stesso modo dell'originale.
Alcuni autori vogliono, ad esempio, che il loro lavoro possa essere distribuito, copiato, riprodotto o modificato senza dover chiedere il loro permesso. Altri consentono la distribuzione o la riproduzione, a condizione che avvenga senza scopo di lucro e/o con altre condizioni.
Pertanto, alcuni diritti di sfruttamento sono riservati per usi commerciali, la possibilità di eseguire o meno lavori derivati e nel caso di consentire lavori derivati, la possibilità di concederli in licenza in modo diverso dall'originale.
Negli ultimi anni, alla dimensione tradizionale della proprietà intellettuale “tutti i diritti riservati” - COPYRIGHT, si è aggiunta la nuova dimensione di “alcuni diritti riservati” - COPYLEFT, basata appunto sulla filosofia che l'ha originato il termine.